I deodoranti e gli antitraspiranti che usiamo quotidianamente e che definiamo “davvero efficaci” contengono di solito percentuali estremamente elevate di sali di alluminio, fino ad arrivare al 20% della composizione totale. Che riducano la formazione di cattivi odori è fuori discussione. Si tratta di un fatto certo ed indubitabile, anche perché questi sali riescono a chiudere i pori impedendo al sudore di uscire.

 

Al di là delle voci di corridoio che dicono che i metalli sono estremamente rischiosi, direi, più che alle dicerie, di affidarci a studi clinici che invece dimostrano l’effettiva pericolosità di queste sostanze, soprattutto in merito al sempre più crescente e diffuso tumore mammario.

 

Questo interessante e recente studio condotto in Svizzera e pubblicato nell’International Journal of Cancer nel settembre del 2016 (qui trovate tutta la documentazione relativa alla ricerca in questione) dal titolo Aluminium chloride promotes tumorigenesis and metastasis in normal murine mammary gland epithelial cells

 

Già nell’abstract di questo interessantissimo studio, i ricercatori denunciano i sali di alluminio come responsabili della trasformazione delle cellule epiteliali mammarie coltivate, consentendo loro di formare tumori e metastatizzare il cancro al seno delle cavie utilizzate. Tale studio, in definitiva, produce prove sperimentali che i sali di alluminio possono essere cancerogeni in ambiente mammario: “Our observations provide experimental evidence that aluminium salts could be environmental breast carcinogens

 

 

Spesso, spiegando e cercando di allertare alcune persone su questo tema mi sono sentita rispondere che loro non usavano deodoranti contenenti metalli, ma prodotti assolutamente naturali come l’allume di rocca o quelli contenenti allume di rocca. Ora, chiariamo subito un punto fondamentale: I Metalli sono naturali, si trovano in natura. Ma troviamo in natura anche veleni ed elementi nocivi per l’essere umano. “Naturale” non significa sempre buono. Facciamo attenzione.

 

L’Allume di rocca (o di potassio) contiene OVVIAMENTE sali di alluminio (altrimenti non si chiamerebbe così), pertanto ci espone agli stessi rischi di cui sopra.

 

Andiamo ad analizzare alcuni deodoranti reputati efficaci reperibili sia nella grande distribuzione sia in farmacia.

 

Partiamo da alcuni esempi di Dove. Vorrei in questa sede soprassedere sul concentrato di siliconi presente in almeno due di essi e concentrarmi soltanto sulla presenza di Alluminio. Tranne in Cotton Dry, dove si presenta al quarto posto, negli altri due occupa esattamente la seconda posizione. Direi che possiamo quasi essere sicuri del fatto che sia presente anche al 10%. Se poi dovessi analizzare ingrediente per ingrediente mi verrebbe di contestare la mistificatrice pubblicità di Dove per la quale i suoi deodoranti amano le nostre ascelle.

 

 

 

Cosa dire invece di questo rispettabilissimo marchio da farmacia? La BioNike si distingue spesso (vox populi) per essere naturale e delicata. Tuttavia, dall’inci di questo deodorante direi che fra sali di alluminio ed etossilati di sicuro non è cpsì naturale per le nostre ascelle.

 

Ecco un altro marchio che passa per essere eco-bio. L’Erbolario, i cui prodotti a volte sono anche più che accettabili, non può essere certamente classificato come eco e tanto meno bio. Ora, dall’inci di questo deodorante preso ad esempio possiamo constatare la presenza di silicone al secondo posto, di sali di alluminio al quarto, di siliconi etossilati al quinto e di altri siliconi in ultimo posto. Dobbiamo commentare?

Questo piace tanto ad una mia amica e dice che come Lycia niente è altrettanto efficace per eliminare il cattivo odore della sudorazione. Rispondo che ne sono certa, soprattutto dopo aver attentamente valutato l’INCI. Intanto iniziamo con dell’alcohol al posto dell’acqua, che lo segue immediatamente al secondo posto. E sappiamo che l’alcohol  non è poi così gentile sulla nostra pelle. Poi, un bel paio di allumini (per cui è sacrosanto che scompaiano gli odori della sudorazione), qualche derivato del petrolio, un po’ di silicone ed il gioco è fatto. Per chi avesse difficoltà di individuazione, ad esempio, dei derivati petroliferi, il Laureth-4 è è un polietossilato dunque utilizza petrolio e nella, fattispecie, ricorre a 4 molecole di ossido di etilene per ogni molecola di alcool grasso laurilico.

Non potevano mancare in questo elenco un paio di esempi di Nivea. Sia per l’uno sia per l’altro notiamo la presenza di alluminio, ma vogliamo parlare dei siliconi stabili (cyclomethicone, dimethicone), della paraffina liquida e di un bel PEG-150 con 150 molecole di diossido di etilene moltiplicate per n?

 

Et voilà, nous sommes arrivés à Vichy!!!! Anche in questo caso un prodotto vendutissimo in farmacia e questo luogo dovrebbe essere garanzia di acquisti sicuri. I sali di alluminio si trovano al secondo posto, poi abbiamo un derivato petrolifero, un po’ più giù un bel silicone stabile e di certo non possiamo sudare se ottundiamo tutti i pori della nostra pelle.

 

 

Insomma, dopo questa carrellata, la morale della favola è che spesso non sono le marche a garantire la bontà di un prodotto. Questo a meno che una linea non nasca proprio come completamente eco-bio. Bisogna imparare quindi a destreggiarsi in questa giungla di prodotti e ad essere sempre diffidenti fino a che non si è messo il naso nell’INCI. Intanto cominciamo con l’eliminare utti quei prodotti contenenti metalli e, nel caso specifico, sali di alluminio. Piano piano impareremo anche a scegliere in positivo.

 

Prossimo post sui deodoranti col via libera

 

Stay tuned