I nostri cosmetici, ahimè, sono spesso caratterizzati dalla presenza di sostanze considerate pericolose e tossiche per l’uomo.

In questo articolo vorrei appunto affrontare un tema assai importante per tutti e, soprattutto, per quanti inconsapevolmente utilizzano prodotti che possono rivelarsi dannosi per la propria salute. Nella fattispecie dell’utilizzo della formaldeide legata all’insorgenza di alcune malattie mortali per l’uomo.

La troviamo in smalti, shampoo, creme, prodotti igienizzanti e detergenti per la casa, lucidanti, fertilizzanti, nella carta etc. Possiamo subito individuarla grazie al nome presente in INCI, ma spesso non ci è così facile riconoscerla, soprattutto quando abbiamo a che fare con prodotti cessori di formaldeide.

Riconosciute come cessori di formaldeide sono delle sostanze impiegate nei cosmetici poiché agiscono da preservanti, in altre parole da conservanti.
Uno dei più utilizzati è l’Imidazolidinyl Urea, prodotto dalla reazione tra due molecole di allantoina e tre di formaldeide. È presente nei cosmetici come conservante primario poiché, proprio grazie alla sua capacità di liberare formaldeide, combatte batteri e lieviti.

La legge n. 713/86 è molto chiara nel regolamentare l’uso di formaldeide nei cosmetici e di sostanze succedanee, cioè in grado di cedere formaldeide, come, appunto, l’Imidazonidinyl Urea. Tali sostanze non possono essere presenti in concentrazione superiore allo 0,2% nei cosmetici e allo 0,1% nei prodotti per l’igiene orale. Entro questi limiti la formaldeide è ritenuta sicura per la maggior parte dei consumatori. Nel 2009, però, nel Regolamento Europeo n. 1223/2009 viene fatta una concessione per gli smalti indurenti, in cui la concentrazione massima sale al 5% (tantissimo!!!!), strizzando l’occhio così anche all’industria.

Ma, indipendentemente dalle normative, quello che dobbiamo tenere sempre in considerazione è che gli studi condotti sui danni arrecati dalla formaldeide al nostro organismo sono ormai comprovati e documentati. Ci sono sufficienti prove della responsabilità della formaldeide nell’insorgenza del cancro nasofaringeo negli umani e si discute di una relazione tra la formaldeide e l’insorgenza di alcune leucemie. Il CIR (Cosmetic Ingredient Review) considera la formaldeide (insieme al Sodio lauril sulfato ed ai parabeni) una delle nove sostanze ritenute non sicure per l’uomo e discussa come esempio da riesaminare. Si ipotizzano anche rapporti fra la formaldeide e l’insorgenza della SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Altri studi producono dati in cui si mostra come l’esposizione alla formaldeide sia associata ad un aumento dell’1,3 volte maggiore della SLA. Tali studi suggeriscono dunque come l’esposizione alla formaldeide sia correlata al rischio di SLA.

Senza poi parlare della responsabilità di questa sostanza nei confronti dell’insorgenza di pruriti e dermatiti.

Ora, il problema per il consumatore è capire in che concentrazione tali sostanze siano presenti nei cosmetici. Vi ricordo che nell’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Index) i componenti di un cosmetico vengono riportati in ordine decrescente, senza tuttavia indicare la percentuale utilizzata. Ciò significa che spesso dobbiamo andare ad intuito e capire in che percentuale siano presenti gli ingredienti. Ma se non siamo molto esperti, anche questo diventa difficile poiché, per stabilire a spanne una percentuale, non solo si considera il posto occupato da un ingrediente nella lista, ma anche quello degli altri ingredienti che lo precedono e lo seguono. Inoltre, stando alla normativa internazionale, tutti gli ingredienti utilizzati con una percentuale pari o inferiore all’1% possono anche essere disposti in ordine sparso. Ciò significa che, un cessore di formaldeide come quello considerato, se presente allo 0,8% (contrariamente a quanto stabilito dalla legge succitata) può anche essere posizionato alla fine della lista, nonostante non sia l’ingrediente con la percentuale più bassa.
Vorrei anche aggiungere che nel Regolamento Europeo ci cui sopra, nell’Allegato V al punto 2 si legge:  “Tutti i prodotti finiti contenenti formaldeide o sostanze che figurano nel presente allegato e che liberano formaldeide devono obbligatoriamente indicare sull’etichetta la dicitura: «contiene formaldeide», qualora la concentrazione di formaldeide nel prodotto finito superi lo 0,05 %

Tuttavia, se consideriamo che la concentrazione nei prodotti del cavo orale può arrivare allo 0,1% e allo 0,2% negli altri prodotti, devo dire che la frase “contiene formaldeide” non è quasi mai presente e, soprattutto, non è presente la parola “contiene sostanze che liberano formaldeide” visto che, in quest’ultimo caso, la regolamentazione non lo impone.

Per evitare qualunque tipo di rischio, un consiglio è quello di leggere sempre la lista degli ingredienti dei cosmetici (la cui presenza sulla confezione è obbligatoria per legge) e di non acquistare prodotti che riportino questi ingredienti:

• 2-Bromo-2-Nitropoane-1,3-Diol (Bronopol)
• Diazolidinyl urea
• Imidazolidinyl urea
• DMDM Hydantoin
• Quaternium-15
• Benzylhemiformal
• Formaldheyde

Triclosan (che trovate nei dentifrici)

 

 

FONTI
Occupational formaldehyde and amyotrophic lateral sclerosis.
Seals RM, Kioumourtzoglou MA, Gredal O, Hansen J, Weisskopf MG.
Eur J Epidemiol. 2017 Oct;32(10):893-899. doi: 10.1007/s10654-017-0249-8.

Lifestyle-related factors and environmental agents causing cancer: an overview.
Irigaray P, Newby JA, Clapp R, Hardell L, Howard V, Montagnier L, Epstein S, Belpomme D.
Biomed Pharmacother. 2007 Dec;61(10):640-58. Epub 2007 Nov 20. Review.

Does occupational exposure to formaldehyde cause hematotoxicity and leukemia-specific chromosome changes in cultured myeloid progenitor cells?
Mundt KA, Gallagher AE, Dell LD, Natelson EA, Boffetta P, Gentry PR.
Crit Rev Toxicol. 2017 Aug;47(7):592-602. doi: 10.1080/10408444.2017.1301878.

Formaldehyde-Induced Aggravation of Pruritus and Dermatitis Is Associated with the Elevated Expression of Th1 Cytokines in a Rat Model of Atopic Dermatitis.
Han RT, Back SK, Lee H, Lee J, Kim HY, Kim HJ, Na HS.
PLoS One. 2016 Dec 22;11(12):e0168466. doi: 10.1371/journal.pone.0168466. eCollection 2016.

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