La calvizie è un problema che ormai affligge tantissime donne ed a tutte le età. I ritmi frenetici ed i diversi ruoli assunti dalle donne negli ultimi cinquant’anni hanno cambiato le loro abitudini e stili di vita, con una conseguente incidenza nella sfera ormonale e, quindi, anche nella salute dei capelli.

A spiegarci le ragioni e le possibili soluzioni è il dott. Gaetano Agostinacchio, Dermatologo Clinico e Chirurgo, specializzato in Dermatologia Estetica e Tricologia e da quasi trent’anni impegnato nella ricerca in ambito tricologico.

 

  • Ad oggi, possiamo affermare che la calvizie femminile sia un fenomeno in aumento? E se sì, perché?

Sì possiamo sicuramente affermarlo così come possiamo documentare che, negli ultimi anni, la percentuale della calvizie femminile stia equiparando quella maschile. Le ragioni sono molteplici. Ad esempio, le donne tengono di più all’elemento estetico e questo comporta il ricorso a trattamenti sempre più frequenti che implicano uno stress per il capello ed il cuoio capelluto. Inoltre, il ruolo della donna, dal punto di vista sociale, ha subito una trasformazione radicale e ciò ha avuto un’incidenza anche nella sfera ormonale della donna, con un conseguente calo di estrogeni, responsabile della perdita dei capelli. Anche lo stress psico-fisico ha una rilevanza importante. Si consideri ad esempio come la donna, lavorativamente parlando, sia soggetta agli stessi ritmi cui è soggetto l’uomo e ciò determina il formarsi e l’acuirsi dello stress psico-fisico

 

  • Quanto è determinante il fattore ereditario nella perdita dei capelli?

Il fattore ereditario è certo determinante, ma non l’unico. Intanto dobbiamo partire dal presupposto che il destino dei nostri capelli non sia ineluttabile, anche in presenza di una genetica sfavorevole; così come non dobbiamo pensare che, in presenza di una genetica “favorevole”, i nostri capelli siano al sicuro. Le problematiche che coinvolgono i nostri capelli sono sempre multifattoriali.

 

  • Nella calvizie o alopecia femminile quanto è decisiva l’ereditarietà? Si può parlare nelle donne di una alopecia a carattere genetico?

Dobbiamo partire da un presupposto fondamentale: il diradamento nella donna avviene in maniera diversa che nell’uomo. Intanto parliamo di diradamento di natura genetica nella donna ed androgenetica nell’uomo poiché, in quest’ultimo caso, si tratta del processo combinato androgeno-dipendente (androgeno= si dice di ormone sessuale che controlla la funzione degli organi sessuali maschili e lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari) e di una trasmissione genetica. L’alopecia androgenetica è limitata ad alcune aree recettrici degli androgeni, che si localizzano nell’area frontale e nel vertice. Queste le zone di diradamento tipiche maschili. Nella donna, invece, questa caduta non è mai localizzata a queste sole aree, anche a fronte di ampie zone di calvizie. Nella donna il diradamento è quasi sempre a 360° e non colpisce quelle aree specifiche riconosciute invece nella calvizie androgenetica maschile.

Il problema della caduta dei capelli può insorgere già in giovane età. Normalmente può verificarsi intorno ai 13-14 anni e si accentua ulteriormente nel periodo della menopausa. In tale caso si tratta di un’alopecia di natura genetica, ereditata dalla madre o dal nonno materno.

 

  • Esiste una soluzione nel caso di calvizie ereditaria?

Come per molte patologie, quando esiste l’ereditarietà, il miglior approccio è la prevenzione ed esistono terapie, in tal senso, che possono portare al conseguimento di ottimi risultati.

 

  • Oltre al fattore genetico, quali possono essere le cause della calvizie e dell’alopecia nella donna?

Lo stress fisico e psicofisico, pur non configurandosi come una causa determinate, è certamente una concausa importante. Nel caso in cui l’alopecia si manifesti invece in età adulta, cioè dopo la menopausa, o seguito di un parto, la causa potrebbe essere un rimaneggiamento ormonale. Da ultimo, ma non come importanza, vanno considerati sempre i valori ematici i quali devono essere monitorati sia nel caso di calvizie manifesta sia in quello in cui si voglia agire in maniera preventiva.

 

  • Come evolvono alopecia e calvizie nella donna?

L’alopecia femminile appare assai diversa da quella maschile, anche dal punto di vista clinico:

  • In quella femminile lo schema di diradamento è centrifugo, di solito a tipo Ludwig (esemplificato nelle foto). Secondo quanto descritto da Ludwig nel 1977, l’alopecia genetica femminile si manifesterebbe seguendo tre stadi: il diradamento inizia dal vertice e progredisce, interessando in misura minore le zone parietali, che si diradano pur persistendo sempre una banda frontale di capelli. Nello primo stadio l’area diradata segue un asse maggiore antero-posteriore, nel secondo e nel terzo stadio si estende anche alle aree laterali. Tuttavia, a differenza di quanto accade nel maschio, l’area non rimane mai completamente calva e si registra la persistenza di capelli “normali” insieme ai miniaturizzati (ossia quelli con un diametro notevolmente ridotto).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Nelle donne, come dicevamo poc’anzi, l’alopecia è di solito diffusa alle zone non androgeno dipendenti (area frontale e vertice), interessando anche

 

  • Nella donna non si assiste ad una miniaturizzazione follicolare, almeno negli stadi iniziali, ma ad una perdita di spessore dei capelli che conservano in fase iniziale una profondità ancora considerata nella norma;

 

  • Nella donna non si arriva mai ad una totale calvizie, tutt’al più ad un importante diradamento diffuso.

 

 

  • Qual è il consiglio che ti senti di dare a tutte le donne che notano un eccessiva caduta e conseguente diradamento dei capelli in termini di comportamento e di scelte?

Il consiglio è quello di recarsi subito da un dermatologo che si interessi di tricologia. A tal fine può essere consultato l’albo del S.i.tri. Bisogna sempre tenere a mente che l’approccio ad un problema di capelli necessita di un’ampia ed approfondita conoscenza della dermatologia e della tricologia, ossia una notevole preparazione scientifica consolidata e sostenuta da una forte esperienza clinica.

 

  • Qual è la differenza che intercorre fra trapianto ed autotrapianto?

Si parla ormai esclusivamente di autotrapianto in quanto i capelli del paziente vengono trasportati da un’area all’altra del cuoio capelluto.

 

  • Per molto tempo il trapianto è stato appannaggio esclusivo dell’uomo. Oggi, per la donna, è possibile ricorrere a questo intervento?

Dobbiamo ribadire che nella donna la causa della caduta non è di origine androgeno-dipendente. Il diradamento androgenetico, come abbiamo visto, ha il vantaggio di non interessare certe aree dalle quali si vanno poi a “pescare” i capelli che verranno trapiantati. Pertanto la chirurgia, nell’uomo, si configura come risolutiva. Nella donna, invece, di solito il problema genetico si manifesta come una carenza di estrone e interessa tutto il cuoio capelluto. Per tale ragione non solo l’intervento non è risolutivo, ma va effettuato in casi selezionati e stabilizzati dalla terapia farmacologica solo su aree limitate del cuoio capelluto. Proprio in quanto non risolutivo, all’intervento chirurgico deve essere affiancata una terapia di mantenimento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per ulteriori approfondimenti: Dott. Gaetano Agostinacchio di Studio Agostinacchio