7 Milioni di Donne italiane combattono quotidianamente contro l’alopecia e la calvizie. La perdita dei capelli, in una donna, viene normalmente vissuta come un vero e proprio dramma che va ad innescare, nel versante psicologico, un circolo vizioso: lo stress aumenta e, proporzionalmente, anche il diradamento.

Io sono fra quelle. Per me i capelli sono sempre stati il mio “tallone di Achille”, ma l’esperienza di tanti e tanti anni passati fra disperazione, cure e, fortunatamente, soluzioni mi ha insegnato tante cose.

  • Ho imparato soprattutto a stare lontana dalle facili soluzioni che si sono SEMPRE rivelate delle fregature ed un inutile spreco di denaro.;
  • Ho imparato a dubitare quando molti dermatologi cui mi sono rivolta, spesso inesperti e ignoranti in fatto di tricologia, mi liquidavano dicendo che il mio problema era di natura androgenetica e quindi irrisolvibile, se non con un trapianto;
  • Ho imparato che molto spesso c’è una soluzione, a volte anche banale. Una volta avevo problemi di digestione, altre di sideremia, altre ancora di zinchemia. Ho imparato che si può combattere contro il fantasma della calvizie e che si può vincere. Ed ora non mi spaventa più;
  • Ho imparato che se i capelli rappresentano il tallone di Achille per qualcuno, la prevenzione diventa fondamentale;
  • Ho imparato che se il nostro problema è la familiarità, il trapianto non è l’unica soluzione. Esistono cure preventive che possono essere determinanti.

 

Perché la calvizie e l’alopecia femminile SI POSSONO CURARE. Questa deve essere ormai per noi donne una certezza. Vediamo come attraverso un’indagine delle cause che possono scatenare il diradamento, cause che possono straordinariamente venire individuate dall’analisi microscopica del capello a luce polarizzata.

Rispetto ad una convinzione non molto remota, la causa della calvizie e, più in generale, della perdita dei capelli femminile non va direttamente ed esclusivamente riconosciuta in un fattore androgenetico, cioè ereditario. Studi recenti hanno infatti dimostrato che spesso l’origine della calvizie nelle donne è dovuta ad una carenza di estrogeni a livello periferico.

Tra le cause e le concause di tale carenza, e della conseguente perdita dei capelli nelle donne, vanno annoverati:

  1. Fattori psicologici;
  2. Trattamenti del capello, più o meno aggressivi, e strumenti utilizzati per lo styling;
  3. Parto;
  4. Menopausa;
  5. Cambiamenti/alterazioni ormonali;
  6. Carenza di ferro (sideremia), carenza di zinco (zinchemia), stato della tiroide. La carenza di alcuni minerali può essere un’aggravante nel diradamento dei capelli. È stato infatti dimostrato come la carenza di ferro, zinco, rame e magnesio possa determinare il trofismo dei bulbi piliferi.

Per capire come e perché si inneschi una caduta del capello dobbiamo avere bene chiaro quale sia il ciclo di vita di un capello sano.

Nel follicolo pilifero, dove trovano sede la radice ed il bulbo del capello, si alternano cicli di crescita e cicli di riposo del capello. Ogni volta che un capello cade, il follicolo ne forma uno nuovo. Le fasi del ciclo di vita del capello sono 3: anagen, catagen, telogen.

  • In fase Anagen ha inizio l’attività metabolica; essa rappresenta quindi la fase di crescita del capello che, nella donna, ha una durata di circa 3-7 anni;
  • La fase Catagen rappresenta la fase in cui cessa ogni attività metabolica e si assiste ad un progressivo rallentamento delle funzioni vitali del capello, la guaina interna del capello scompare ed esso si appresta a cadere;
  • Nella fase Telogen il capello cade. È il periodo in cui termina il ciclo vitale del capello, il quale si trova ancora nel follicolo pilifero, anche se le attività metaboliche sono totalmente cessate. Il capello non ha più guaine e cade proprio mentre il follicolo è in fase anagen.

 

Nel caso di perdita dei capelli (calvizie, alopecia), il ciclo vitale subisce un’alterazione, una sorta di corto circuito in cui si blocca la mitosi della matrice del capello e si assiste ad un effluvio o ad una accelerazione del defluvio dei capelli[1]. Anche se non ancora completamente convalidato dal punto di vista scientifico, nella clinica pratica si assiste regolarmente a fenomeni che hanno una responsabilità nell’innesco di questo corto circuito del ciclo vitale del capello. Tali fenomeni sono stati definiti “incidenze” (fenomeni di accompagnamento) poiché incidono sulla normale evoluzione della alopecia, ossia situazioni sono di per sé in grado di provocare un effluvio e che possono modificare la velocità, l’andamento e l’aspetto clinico di un defluvio. Spesso, curando quello che è un fenomeno di accompagnamento, si è notato come la situazione dei capelli e del cuoio capelluto sia notevolmente migliorata.

Le Incidenze possono essere primarie e secondarie e possono colpire in maniera distinta uomini e donne. La differenza che intercorre fra i due tipi di incidenze è che le prime potrebbero essere definite semplici, mentre le seconde sono tali perché determinate da una sovrapposizione di incidenze primarie (es. digestiva e psicologica). A seconda del tipo di incidenza, si verifica uno specifico diradamento.

Prova a identificare il tuo.

 

INCIDENZE PRIMARIE

 

Incidenza Digestiva: il diradamento si verifica nei primi 4-5 cm del cuoio capelluto sopra alla fronte. Questo tipo di diradamento è tipico di chi è soggetto ad un defluvio di natura androgenetica associata a disturbi di carattere digestivo e che, più ampiamente, interessano tutto l’apparato digerente (dai problemi di masticazioni fino alle emorroidi). È un diradamento tipico anche dei soggetti che soffrono di iperidrosi (sudorazione eccessiva) alle mani e di ipertrofia dei polpastrelli delle falangi distali che si presentano imbottite e sporgenti;

 

 

 

 

Incidenza Nervosa: il diradamento interessa la fascia di cuoio capelluto posta fra le orecchie, per una profondità di 4-5 cm e si verifica con telogen effluvio[2], alopecia areata accompagnata da fenomeni di iperidrosi. Si tratta di soggetti “psichicamente” labili, nevrotici o iperemotivi. Questo tipo di incidenza è tipico di chi subisce uno stress non improvviso, non forte, ma che ha una lunga durata e che tendenzialmente si cronicizza. Mentre uno stress improvviso e di breve durata si caratterizzerà con un effluvio in fase anagen[3] (alopecia areata incognita o a chiazze). La maggior parte dei pazienti che evidenziano questo tipo di incidenza con effluvio in telogen lamentano molto spesso un dolore al cuoio capelluto, simile alla puntura di uno spillo.

 

 

 

Incidenza da deperimento fisico: il diradamento interessa il vertice ed è caratterizzato da una tonsura ovale o rettangolare. L’effluvio in telogen è cronicizzato ed i capelli si presentano sottili, corti e malformati. Questo tipo di incidenza si verifica spesso a seguito di una dieta inappropriata o a causa di stati carenziali che possono provocare, aggravare, anche in modo irreparabile, un effluvio già in atto. Per questo è importante indagare i valori dei nutrienti attraverso un controllo ematico. Va segnalato a questo proposito come in ambito tricologico i valori plasmatici siano più ristretti che in medicina generale.

Carenze dei nutrienti, degli oligoelementi e delle vitamine possono far precipitare irreparabilmente anche un defluvio androgenetico.

 

 

 

 

 

Incidenza da deperimento psicofisico o psicosomatico: il diradamento interessa la fascia posteriore del cuoio capelluto, per 4-5 cm, proprio all’altezza della spina occipitale con telogen effluvio cronico e/o alopecia areata. È un’incidenza tipica degli intellettuali, quasi come se l’attività intellettuale aumentasse smisuratamente il consumo di energia di cui il capello necessita.

 

 

 

 

 

Incidenze Secondarie: si parla di incidenze secondarie quando si assiste alla sovrapposizione di più incidenze primarie, come ad esempio la incidenza digestiva insieme a quella nervosa. Queste incidenze possono influenzare il metabolismo del capello in maniera più o meno grave, alterarne la crescita, l’effluvio, la velocità di presentazione di una alopecia androgenetica etc.

 

LO STRESS E LA PERDITA DI CAPELLI: che i fattori psicologici possano influenzare e determinare il modo di reagire di un organismo, diventando essi stessi causa di una malattia, è ormai un dato di fatto. Ciò in quanto esiste un dialogo fra il sistema neuroendocrino e quello immunitario. Benché le modalità con cui si passa da un forte stress alla malattia psicosomatica possono essere molteplici, in ognuna di esse si assiste proprio ad una riduzione della capacità di comunicazione fra il sistema nervoso, endocrino ed immunitario: durante lo stress il sangue, che trasporta glucosio (fonte di energia) ed ossigeno, viene sottratto agli organi non essenziali per poter far fronte allo sforzo di quel momento e viene dirottato agli organi essenziali (cuore, muscoli, cervello), così da fronteggiare l’emergenza.

Che cosa succede ai nostri capelli quando si è stressati?

Tutte le attività fisiologiche che non sono di immediato beneficio vengono ritardate. Fra queste si possono annoverare la crescita, la riproduzione, gli stati infiammatori, la digestione. Insomma, tutti quei processi che richiedono molta energia all’organismo ma che, di fatto, possono essere rimandati. Il ritardo della riproduzione cellulare determina così un danno alla crescita, alla riparazione ed al ricambio dei tessuti. A livello del bulbo del capello, in condizione di stress psicofisico, si assiste ad un’azione distruttiva perpetrata dai radicali liberi a danno delle proteine, dei lipidi e di altre molecole biologiche del bulbo che vengono così ossidate. La conseguenza possibile è un effetto distruttivo sul follicolo del capello, l’indebolimento del capello, che presenterà un diametro ridotto, ed il rallentamento del suo sviluppo, cioè una diminuzione della sua velocità di crescita. Viene totalmente compromessa quindi la regolarità ciclica del capello.

 

Cosa fare quando i nostri capelli cadono:

  • Non pensare che il destino dei nostri capelli sia segnato dalla genetica. Il fattore ereditario non è un fattore decisivo e non è l’unico che va preso in considerazione. Non è detto che la presenza di una genetica favorevole garantisca ai nostri capelli di essere al sicuro, così come non è detto il contrario. Questo perché, le problematiche che coinvolgono il destino dei nostri capelli, sono sempre multifattoriali;

 

  • Evitare chi promette cure immediate e miracolose. La caduta del capello, quella che ci sembra anomala e preoccupante, è sempre il segnale di uno scompenso del nostro organismo, che va indagato e risolto;

 

  • Evitare di auto-curarsi poiché non sappiamo se quello che stiamo facendo possa aiutare la salute dei nostri capelli o addirittura aggravarne lo stato già compromesso;

 

  • Essere tempestivi. Bisogna prendere immediatamente atto che il problema esiste. Ognuno di noi è in grado di valutare quanto la perdita dei capelli cui assiste sia preoccupante. Se lo è, non bisogna perdere tempo;

 

  • Rivolgersi ad un esperto. Le anomalie dei capelli e del cuoio capelluto sono di pertinenza del dermatologo, anche se la loro diagnosi è spesso difficile per molti di essi e, sovente, è casuale e inesatta. Questo perché le conoscenze “tricologiche”, necessarie per un’analisi accurata dei capelli, non sono quasi mai insegnate nei corsi di studi e raramente riportate nei manuali. Esistono specialisti nel settore che sono in grado di darci le risposte più appropriate e risolvere il nostro problema. Il S.i.Tri, la Società italiana di Tricologia, mette finalmente a nostra disposizione un elenco di specialisti regolarmente iscritti al Pubblico registro dei Medici Tricologici e consultabile tramite questo link S.i.Tri

 

 

 

 

 

 

[1] Per effluvio intendiamo la caduta di alcune centinaia o migliaia di capelli al giorno. Tale evento è comunque spesso limitato e reversibile senza mai una atrofia del follicolo che possa causare la perdita del capello. Si tratta di un fenomeno assai comune. Per defluvio, invece, intendiamo la perdita dei capelli di entità sicuramente più modesta dell’effluvio, ma caratterizzato da un’involuzione del capello spesso causata dalla sclerosi del follicolo. I capelli che cadono per defluvio vanno in gran parte perduti.
[2] Si assiste in questo caso ad un effluvio acuto, caratterizzato dalla perdita di centinaia e, a volte, migliaia di capelli al giorno. Tuttavia, all’esame microscopico si può notare come si tratti di capelli ormai giunti alla fase finale del loro ciclo vitale, perfettamente formati e che non presentano alcuna involuzione. È una sorta di accelerazione di un fenomeno di “muta”. Il telogen effluvio è generalmente un evento acuto e di breve durata, determinato da un forte stress. L’evento può colpire l’85% dei capelli in anagen determinandone una diffusa caduta che può protrarsi per circa 3 mesi. La caduta si arresta quasi spontaneamente ed i capelli ricominciano poi a crescere.
[3] Si tratta di un effluvio di molte centinaia o migliaia di capelli al giorno che si manifesta dopo pochi giorni dall’evento che lo ha determinato. I capelli cadono durante la fase anagen, cioè di crescita, e spesso si presentano distrofici ad un esame microscopico. Una delle manifestazioni più evidenti dell’effluvio in anagen è l’alopecia areata.

 

FONTI: Dott. Gaetano Agostinacchio di Studio Agostinacchio, S.i.Tri